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Eritrea, sei motivi per cui meno eritrei vanno in Svizzera

Marilena Dolce
23/08/16
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Toni Locher, console onorario d’Eritrea in Svizzera dice: “il salario dei militari non è più così basso da agire da push factor” credit Keystone/Ennio Leanza

Toni Locher, console onorario d’Eritrea in Svizzera dice: “il salario del servizio nazionale non è più così basso da agire da push factor”
credit Keystone/Ennio Leanza

Sei motivi per cui meno eritrei vanno in Svizzera.

20 Minuten, foglio svizzero, indica 6 motivi per cui meno eritrei vanno in  Svizzera.

In Svizzera, rispetto al 2015, i richiedenti asilo eritrei sono diminuiti.

Secondo il SEM (Segreteria di Stato della Migrazione) le richieste, 738, sono 1392 in meno rispetto a luglio 2015.

Nei primi mesi del 2016 un gruppo di politici e giornalisti svizzeri appartenenti a diversi partiti sono stati in Eritrea. Al ritorno hanno detto che il paese è molto diverso da come è descritto. Non è una “prigione a cielo aperto”, hanno dichiarato.

6 sono i motivi che 20 Minuten indica per il minor numero di richieste di asilo in Svizzera da parte di eritrei.

1. Viaggio più pericoloso.

Il SEM dice che il numero di eritrei arrivati in Italia via mare è dimezzato rispetto al 2015. “Arrivano meno profughi sulla rotta del Mediterraneo perché il viaggio attraverso la Libia è diventato troppo pericoloso”, dice Constantin Hruschka responsabile OSAR, Organization Suisse d’Aide aux Réfugiés

2.Viaggio più costoso.

I social media hanno diffuso la notizia che in Svizzera il transito non è più così semplice. Il passaggio via Svizzera verso Germania e Svezia, per i richiedenti asilo, è diventato più difficile. “Questa è una situazione” dice Toni Locher, console onorario d’Eritrea in Svizzera “che farà salire il prezzo chiesto dai trafficanti”. “Cosa già successa” aggiunge “quando il traffico dall’Etiopia, attraverso il Sudan, è diventato più difficile per la collaborazione del Sudan con Unione Europea e Frontex”. Anche questo stato di cose sta frenando l’arrivo degli eritrei.

3. Difficoltà di trovare lavoro.

Dice Toni Locher, dopo il viaggio dello scorso maggio in Eritrea, che all’immagine idealizzata della Svizzera, per molti giovani, si sta sostituendo la consapevolezza delle lunghe attese nei centri d’accoglienza e la difficoltà di trovare lavoro.

4. Italia e Svizzera.

Molti dei richiedenti asilo in Svizzera sono entrati in Europa dall’Italia che, come primo paese, è obbligato, per l’accordo di Dublino, a farsene carico. In effetti in Italia, secondo il SEM, le domande di asilo, nel 2016, sono aumentate di un terzo rispetto al 2015.

5. Germania.

In Germania, secondo il SEM, sono aumentate le richieste di asilo rispetto al 2015. Chi chiede asilo sceglie di solito un paese, come la Germania, dove ci sono amici e parenti e che ha buona nomea per l’accoglienza. L’aumento in Germania è dovuto anche alle registrazioni del 2015 effettuate nel 2106. Spesso questo paese  è la meta degli eritrei che espatriano.

6. Push Factors.

Secondo Toni Locher è diminuito un push factor interno all’Eritrea, il basso salario del servizio nazionale.
Il servizio militare ora è pagato meglio. Il mensile di un soldato è quadruplicato ed è paragonabile a quello di un ingegnere. Questa situazione, spiega, porterà a un drastico calo delle fughe dal paese.

Marilena Dolce
@EritreaLive
Fonte http://www.20min.ch/schweiz/news/story/26049486

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

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