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Eritrea, a Roma la festa di San Michele

Marilena Dolce
17/11/14
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San Michele

Asmara è una capitale con moltissime chiese di diverse confessioni.

Passeggiando per il centro si arriva davanti alla Cattedrale Cattolica, stile lombardo, dedicata alla Madonna del Rosario.

Non molto distante, costruita dagli italiani negli anni Trenta, sorge la Grande Moschea. Poco distante c’è la Sinagoga, edificata nel 1905 per accogliere i falasha, gli ebrei etiopi che scappavano dalle persecuzioni.

In città ci sono molte chiese copte e, tra queste, la bella Cattedrale Ortodossa Nda Mariam che sulla facciata ha grandi mosaici realizzati dalla pittrice italiana Nenni Poggi Sanguineti. Infine, segno di una presenza europea, non solo italiana, la Chiesa evangelica e quella greco ortodossa.

Il fatto che in Eritrea, ancora oggi, ci siano tutte queste chiese, dove ciascuno può esprimere la propria fede, è espressione della laicità di uno stato che non ne impone nessuna per rispettarle tutte. Le feste religiose più importanti,infatti, sono feste nazionali, con scuole e uffici chiusi.

Oltre al rintocco delle campane in Eritrea si sente il richiamo del muezzin e, spesso, famiglie amiche, vicine di casa, pur professando religioni differenti, partecipano insieme ai festeggiamenti per il matrimonio dei figli, con spirito d’amicizia e tolleranza, sentimenti che fanno parte della tradizione, rinsaldati da trent’anni di lotta per l’indipendenza conquistata nel 1993.

Oggi la popolazione eritrea si divide tra copti-ortodossi e musulmani, pur essendo ancora presente una minoranza cattolica. La convivenza è tranquilla.

La chiesa copta-ortodossa eritrea, caratterizzata da una sentita partecipazione alle funzioni religiose ha molti momenti di vita comunitaria.

A Roma il 23 novembre si ricorderà, con una funzione e poi una festa, l’arcangelo San Michele e la sua battaglia contro il Male.
Molto diffusa è anche la rappresentazione della croce, meskel sia tra i laici, soprattutto donne che la portano al collo, tatuata sulla fronte, ricamata sulla nezelah, sia tra gli ecclesiastici che la tengono in mano, per benedire e porgerla al bacio dei fedeli.

Il culto della croce risale a un tempo lontano, quando Adulis, per lo sviluppo della rotta commerciale che dal Mediterraneo conduce verso l’Oceano Indiano, diventa un porto di grande importanza.

Qui recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce monete aksumite che provano l’influsso romano dell’Imperatore Costantino; su alcune di queste si legge un motto “con questo segno vincerai”, accompagnato dalla croce che, da allora, non ha più abbandonato il culto religioso della chiesa copta eritrea.

Invito

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

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